sabato 5 giugno 2010

i siciliani e la mafiosità


Per un siciliano sentire parlare di mafia penso sia come per un veneto sentire parlare della polenta. Cioè, è come un prodotto tipico del luogo, che come lo facciamo noi non lo fa nessuno e come ogni prodotto tipico te ne puoi portare a casa un pezzetto. Penso ai souvenir di "Lola a mafiusa" che nel mio negozio si vendevevano trent'anni fa, adesso ci sono le t-shirt e le cartoline del Padrino. Per il siciliano medio la mafia è questo e nulla più, perchè probabilmente in tutta la vita gli unici mafiosi con cui avrà a che fare saranno quelli televisivi o almeno è così che si pensa. Perchè c'è una cosa di cui si parla meno che è la mafiosità. E' quella non la trovi nei negozi di souvenir o nelle fiction, con quella ci nasci. Tutti i siciliani ne possiedono un po', chi più chi meno e prima o poi questa viene fuori. Questo preambolo per raccontarvi un fatto che mi è successo di recente, esattamente mercoledì 2 giugno, e che mi ha decisamente colpito. Ore 9:00, esco da casa con la moto facendo l'errore imperdonabile di lasciare il portafoglio nella tasca posteriore dei pantaloni. Me ne accorgo, un volta in strada, ma mi riprometto di riporlo nel giubotto alla prima sosta. Purtroppo non ne avrò il tempo perchè alla prima sosta il portafoglio non c'è più, mi è scivolato. Torno subito indietro, ripercorrendo la stessa strada dopo nemmeno cinque minuti, se mi è caduto sarà per strada penso. Niente da fare, il portafoglio con i documenti, il bancomat e i soldi non c'è o non c'è più. Vado in questura, ma per la denuncia è presto e poi è il 2 Giugno e nell'ufficio non c'è nessuno. Non mi resta che bloccare il bancomat e sperare che chi lo ha trovato mi telefoni. Premetto che nel portafoglio oltre ai documenti ci sono tutti i miei recapiti fisso e mobile. Il giorno dopo, rassegnato, di buon ora vado in negozio per predisporre le azioni utili a rifare i documenti, mi servono le foto e tutto il resto. Mentre attendo l'apertura del fotografo mi arriva una chiamata:"Pronto Buscemi? Sei Sebastiano Buscemi?", "Sì, sono io", "Il portafoglio con i documenti è nella buca delle lettere". "Ma chi lo ha trovato?", "Lascia stare" e attacca. Vado controllare dove mi ha detto e trovo il portafoglio con i documenti ma ovviamente senza i soldi. Ora, considerando che con molta probabilità chi ha raccolto il portafoglio sia stato il guidatore della macchina che mi seguiva subito dietro e che difficilmente si potesse trattare di un malavitoso ma molto più razionalmente di un comune cittadino, la cosa che più mi inquieta è come un comune cittadino appunto, avendo tutti gli elementi per restituire il portafoglio con i soldi al leggittimo proprietario abbia invece preferito per qualche euro trasformarsi in un malvivente con tanto di chiamata anonima di stampo mafioso. Attenzione non mi illudo che sarebbe stato normale restituirmi i soldi ma è la telefonata anonima e la facilità con cui è stata fatta a lasciarmi veramente interdetto. Difficilmente dimenticherò il tono con cui mi è stato detto "Lascia stare". Questa per me è la mafiosità.

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